L' ARchivio TEatralità POpolare della casa degli alfieri, sta sviluppando dallo scorso anno una nuova sezione del progetto "Banco delle Memorie" che era stato ideato e condotto dal 2003 da Luciano Nattino: un percorso ininterrotto di attività e di interviste, ricerche, documentari per testimoniare e valorizzare quel patrimonio di cultura immateriale costituito dai ricordi personali, dalle tradizioni, dagli eventi legati alla provincia di Asti, alla sua storia, al suo territorio e ai suoi beni artistici, paesaggistici, gastronomici.
Il tutto
con l’intento di fissare, attraverso la videoregistrazione, gli aspetti più
significativi di tale patrimonio.
Si tratta di un canale Youtube con oltre
trentamila visualizzazioni ed in costante aggiornamento, che contiene già oltre
settanta documenti video in doppia versione (trailer ed integrale), con
sintesi, descrizioni, approfondimenti e parole chiave utili alla ricerca per i
pionieri della rete in continuo dialogo con i social network.
Dal 2020 il
"Banco delle Memorie" è parte del nuovo sito internet di ARchivio
TEatralità POpolare (www.archivioteatralita.it) sviluppato da Visualgrafika,
con una specifica sezione.
Dallo scorso anno, grazie ad un nuovo progetto per la Regione
Piemonte per la valorizzazione del patrimonio culturale e immateriale
piemontese, si sta sviluppando la nuova sezione "La tavola d’antan -
tramandare i saperi, tramandare i sapori".
Questa
sezione è dedicata al cibo, elemento cardine della cultura materiale di ogni
popolazione.
Commenta
Patrizia Camatel, che con Massimo Barbero sta sviluppando questo lavoro: "Citando il noto e forse abusato
aforisma del filosofo L. Feuerbach: “l’uomo è ciò che mangia”, possiamo
aggiungere che il cibo, la sua produzione o il reperimento, la sua
preparazione, rivestono ruoli simbolici che vanno ben al di là della mera
dimensione materiale e di soddisfacimento di un bisogno fisiologico, ed hanno
evidenti implicazioni con la struttura sociale, col pensiero, con la mitologia,
insomma con la cultura immateriale.
Ecco perché “tramandare i saperi” e “tramandare
i sapori” ci sembrano concetti intimamente legati, che implicano la
condivisione fra generazioni e l’apprendimento sul campo, attraverso la parola,
i gesti, i sensi. Qui si intende esplorare il tema grazie alle interviste a
testimoni che intorno a questo argomento hanno un punto di vista privilegiato:
produttori, cuochi professionisti e amatoriali, cultori ed esperti della cucina
tradizionale, che attraverso la loro esperienza personale o professionale
possano contribuire alla trasmissione dei saperi e dei sapori tradizionali alle
nuove generazioni.
Oggi, almeno nei paesi occidentali, le
tecnologie hanno semplificato notevolmente i processi di produzione, talora
snaturandoli del tutto, e così il nostro tempo, lungi dal rendere certo e
prevedibile l’approvvigionamento di cibo, ci espone a nuove sfide: come
rispettare e salvaguardare la terra che ci dà sostentamento, come nutrire una
popolazione mondiale in continua crescita, come evitare lo spreco. Forse
qualche buona pratica non va inventata ex novo, ma recuperata dal passato."
Nei
prossimi giorni, a novembre ed in dicembre, vari saranno i nuovi video che
verranno pubblicati e che sono stati preparati negli ultimi mesi dallo staff,
con la regia video del videomaker Diego Diaz.
In particolare, con la collaborazione
della rivista Astigiani in occasione del prossimo "Bagna Cauda Day"
(con la nuova formula "Sporta a ca’") e della Cia - Agricoltori
Italiani di Asti, alcuni di essi avranno come tema la bagna càuda, un piatto
principe della cucina piemontese tradizionale.
Ce lo racconterà in primis Gianluigi Bera (foto sopra) , profondo ed appassionato conoscitore di storia, tradizioni e cultura materiale del suo territorio d’appartenenza, l’Astesana.
Nella sua
cucina, durante la preparazione del piatto con la sua famiglia, Bera accompagnerà alla scoperta delle
origini aristocratiche della bagna càuda, degli ingredienti che la compongono e
che l’accompagnano, delle varie versioni esistenti della ricetta. Curiosità,
aneddoti, fonti letterarie arricchiscono la narrazione, talora sfatando miti e
credenze che poco hanno a che fare con la storia. E non mancherà il momento
della convivialità a tavola, fondamento di questo piatto che è anche e
soprattutto un "rito" di condivisione.
Questo video verrà pubblicato da domenica 15 novembre
E poi
vedremo e ascolteremo il racconto di alcuni produttori astigiani degli ortaggi
che accompagnano di solito questo piatto: il cardo gobbo di Nizza Monferrato
raccontato dal cardarolo Vittorio Quaglia e peperoni ed altre verdure di
stagione coltivate da Marco Pomato, intervistati nei loro orti.
Verrà
inoltre ripresa la video intervista all'indimenticato Mario Delpui, lo storico
acciugaio di Asti scomparso lo scorso anno.
Il progetto
"Banco delle Memorie" ha avuto il sostegno determinante della Fondazione
Cassa di Risparmio di Asti, dell'Unione Colli DiVini nel Cuore del Monferrato
ed è in collegamento ad altre realtà regionali che si occupano di memoria
popolare, tra tradizione ed innovazione, attraverso a linguaggi visivi.
La
bagna càuda – dalla storia alla tavola
Gianluigi Bera racconta e realizza un
piatto principe della cucina piemontese tradizionale
Gianluigi Bera, produttore vitivinicolo di Canelli (AT), discendente da generazioni di viticoltori, è anche un profondo ed appassionato conoscitore di storia, tradizioni e cultura materiale del suo territorio d’appartenenza, l’Astesana (territorio definitosi nel XVI sec., formato dai Comuni “satelliti” di Asti in senso politico ed economico, non sovrapponibile esattamente con i confini dell’attuale Provincia).
In questo video il testimone è ripreso
mentre prepara la tradizionale bagna càuda con la sua famiglia. La serata
conviviale si trasforma in una ghiotta – in tutti i sensi – occasione per
scoprire le origini e la storia di una preparazione fondamentale della cucina
piemontese. Un piatto divenuto così identitario da essere espatriato a seguito
dei nostri emigranti e di essere tutt’ora gustato dalle comunità piemontesi
disseminate nel mondo.
Basandosi su approfonditi studi di
documenti e testimonianze, Bera ci accompagna alla scoperta delle origini
aristocratiche della bagna càuda, degli ingredienti che la compongono e che
l’accompagnano, delle varie versioni esistenti della ricetta. Curiosità,
aneddoti, fonti letterarie arricchiscono la narrazione, talora sfatando miti e
credenze che poco hanno a che fare con la storia.
Gianluigi offre infine tutte le
istruzioni necessarie per chi volesse cimentarsi con la realizzazione della
bagna càuda tradizionale, e sottolinea che l’ingrediente più importante è la
convivialità: la bagna càuda è un rito di condivisione, e pertanto deve essere
messa in tavola in un unico tegame in cui tutti i commensali, parenti e amici,
intingono i propri pezzi di cardo, verdure, pane. Un banchetto all’insegna
della lentezza, del tempo per parlare, guardarsi negli occhi, celebrare l’agape
fraterna.
trailer:
https://youtu.be/Mh7R-3Mk6Bc
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