Il momento della presentazione del premiato |
A DIANO
D’ALBA, CONTESTUALMENTE, LA PRESENTAZIONE DELL’ALTA LANGA DOCG “SIVÀ”
C’era una volta
la buona educazione, “bel deuit” in piemontese. In un mondo sempre più
frenetico, in cui le possibilità di comunicare offerte dai social e dalle nuove
tecnologie spesso allontanano, più che avvicinare, e in cui un certo stile,
improntato alla cortesia e al bel garbo, sembra aver lasciato il posto alla
prepotenza di chi alza la voce, c’è ancora qualche esempio positivo di cui
parlare. Questo è lo spirito con cui è nato il Premio “Bel Deuit”, alla
prima edizione quest’anno, istituito dall’azienda agricola Abrigo Fratelli,
vignaioli in Diano d’Alba.
IL
PREMIO BEL DEUIT
“Pensando a una
persona che incarnasse questi ideali – spiega
Ernesto Abrigo, titolare della cantina dianese, che porta avanti insieme al
figlio Walter e al genero Emanuele, protagonisti dell’incontro insieme a
Mariarita Abrigo e Rita Olivero, sorella e moglie di Ernesto –, ci è subito
venuto in mente un amico che nel corso della sua lunga e prestigiosa carriera
giornalistica ha saputo raccontare gli uomini e le donne della nostra terra con
uno stile improntato alla gentilezza e all’educazione: Gigi Marsico”.
Dal suo esordio
in Rai nel 1951, passando per 4 “Premi Saint Vincent per il giornalismo”, Luigi
Oreste Marsico ha narrato decine e decine di storie di genti e di luoghi,
scoprendo quanto di bello e autentico c’è nel mondo e portandolo nelle case
degli italiani. Testimone dei cambiamenti vissuti dal nostro Paese, dal
Dopoguerra a oggi, passando per il Grande Boom e gli Anni di Piombo, si è
sempre contraddistinto per il suo stile: schietto, sincero, gentile ed educato.
“Volevamo
creare qualcosa per dare lustro alla nostra terra e al vino che meglio di ogni
altro ne è espressione, il Dolcetto di Diano d’Alba. Ragionando su quali
fossero i tratti che più di tutti rappresentassero le sue caratteristiche,
abbiamo pensato che dovesse essere qualcosa di schietto e sincero, ma allo
stesso tempo gentile ed educato. Abbiamo scelto di attribuire a Gigi Marsico il
Premio, in questa prima edizione, per il suo attaccamento alle Langhe, che ha
conosciuto a fondo negli anni ’80, innamorandosene, per i suoi lavori ‘a
servizio’ di queste terre e per essere stato capace di raccontare con garbo e
profondità il paesaggio e la gente di Diano e del Dolcetto di Diano d’Alba”.
Lunedì 2 maggio, quindi, nelle colline delle Langhe (presso l’azienda in via Moglia
Gerlotto, a Diano d’Alba), la madrina della manifestazione Sonia De
Castelli – alla presenza di rappresentanti del mondo politico e delle
istituzioni, con il sindaco Ezio Cardinale e il consigliere regionale Francesco
Graglia, del Gran Maestro dell’Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei Vini di
Alba, Bianca Vetrino, di produttori, agenti, distributori, ristoratori,
enotecari e giornalisti – ha consegnato a Marsico il premio: 90 bottiglie di
Dolcetto di Diano d’Alba DOCG “Sorì dei Berfi”, fornitura sufficiente per un
anno perché possa berne un bicchiere al giorno.
Conclusa la
premiazione, dopo una rapida carrellata sui vini di Abrigo Fratelli, presentati
da Walter Abrigo ed Emanuele Antona, rispettivamente responsabile commerciale
ed enologo dell’azienda, la giornata è proseguita con lo spirito di una festa
sull’aia, sincera e genuina, come accadeva una volta in campagna. Si è brindato
con l’ultimo prodotto pensato dall’azienda, l’Alta Langa DOCG “Sivà”,
un brut capace di distinguersi per i profumi intensi e per il sapore fresco,
secco, delicatamente acidulo, mitigato da una notevole morbidezza. “Sivà,
dai nomi dei miei figli: Silvia e Walter – spiega Ernesto Abrigo –. E
anche giocando con la lingua piemontese, suvà, richiamando il carattere
asciutto di questo vino”.
A chiudere la
festa, prima della merenda sinoira sull’aia curata dal catering e
ristorante “Il Banchetto” di Novello, la degustazione del brut Metodo Classico
orgoglio della Langa, guidata dall’enologo Lorenzo Tablino.
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