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martedì 3 maggio 2016

A Gigi Marsico la prima edizione del Premio “Bel Deuit”


Il momento della presentazione del premiato
 
A DIANO D’ALBA, CONTESTUALMENTE, LA PRESENTAZIONE DELL’ALTA LANGA DOCG “SIVÀ”

 

 C’era una volta la buona educazione, “bel deuit” in piemontese. In un mondo sempre più frenetico, in cui le possibilità di comunicare offerte dai social e dalle nuove tecnologie spesso allontanano, più che avvicinare, e in cui un certo stile, improntato alla cortesia e al bel garbo, sembra aver lasciato il posto alla prepotenza di chi alza la voce, c’è ancora qualche esempio positivo di cui parlare. Questo è lo spirito con cui è nato il Premio “Bel Deuit”, alla prima edizione quest’anno, istituito dall’azienda agricola Abrigo Fratelli, vignaioli in Diano d’Alba.

IL PREMIO BEL DEUIT

“Pensando a una persona che incarnasse questi ideali – spiega Ernesto Abrigo, titolare della cantina dianese, che porta avanti insieme al figlio Walter e al genero Emanuele, protagonisti dell’incontro insieme a Mariarita Abrigo e Rita Olivero, sorella e moglie di Ernesto –, ci è subito venuto in mente un amico che nel corso della sua lunga e prestigiosa carriera giornalistica ha saputo raccontare gli uomini e le donne della nostra terra con uno stile improntato alla gentilezza e all’educazione: Gigi Marsico.

Dal suo esordio in Rai nel 1951, passando per 4 “Premi Saint Vincent per il giornalismo”, Luigi Oreste Marsico ha narrato decine e decine di storie di genti e di luoghi, scoprendo quanto di bello e autentico c’è nel mondo e portandolo nelle case degli italiani. Testimone dei cambiamenti vissuti dal nostro Paese, dal Dopoguerra a oggi, passando per il Grande Boom e gli Anni di Piombo, si è sempre contraddistinto per il suo stile: schietto, sincero, gentile ed educato.

“Volevamo creare qualcosa per dare lustro alla nostra terra e al vino che meglio di ogni altro ne è espressione, il Dolcetto di Diano d’Alba. Ragionando su quali fossero i tratti che più di tutti rappresentassero le sue caratteristiche, abbiamo pensato che dovesse essere qualcosa di schietto e sincero, ma allo stesso tempo gentile ed educato. Abbiamo scelto di attribuire a Gigi Marsico il Premio, in questa prima edizione, per il suo attaccamento alle Langhe, che ha conosciuto a fondo negli anni ’80, innamorandosene, per i suoi lavori ‘a servizio’ di queste terre e per essere stato capace di raccontare con garbo e profondità il paesaggio e la gente di Diano e del Dolcetto di Diano d’Alba”.

Lunedì 2 maggio, quindi, nelle colline delle Langhe (presso l’azienda in via Moglia Gerlotto, a Diano d’Alba), la madrina della manifestazione Sonia De Castelli – alla presenza di rappresentanti del mondo politico e delle istituzioni, con il sindaco Ezio Cardinale e il consigliere regionale Francesco Graglia, del Gran Maestro dell’Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei Vini di Alba, Bianca Vetrino, di produttori, agenti, distributori, ristoratori, enotecari e giornalisti – ha consegnato a Marsico il premio: 90 bottiglie di Dolcetto di Diano d’Alba DOCG “Sorì dei Berfi”, fornitura sufficiente per un anno perché possa berne un bicchiere al giorno.

 
L’ALTA LANGA DOCG SIVÀ

Conclusa la premiazione, dopo una rapida carrellata sui vini di Abrigo Fratelli, presentati da Walter Abrigo ed Emanuele Antona, rispettivamente responsabile commerciale ed enologo dell’azienda, la giornata è proseguita con lo spirito di una festa sull’aia, sincera e genuina, come accadeva una volta in campagna. Si è brindato con l’ultimo prodotto pensato dall’azienda, l’Alta Langa DOCG “Sivà”, un brut capace di distinguersi per i profumi intensi e per il sapore fresco, secco, delicatamente acidulo, mitigato da una notevole morbidezza. “Sivà, dai nomi dei miei figli: Silvia e Walter – spiega Ernesto Abrigo –. E anche giocando con la lingua piemontese, suvà, richiamando il carattere asciutto di questo vino”.

A chiudere la festa, prima della merenda sinoira sull’aia curata dal catering e ristorante “Il Banchetto” di Novello, la degustazione del brut Metodo Classico orgoglio della Langa, guidata dall’enologo Lorenzo Tablino.

 

 

 

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