Dal
1970 al 2017: dalla Doc alla vendemmia dello scorso anno, il documento inedito racchiude
elementi fondamentali di storytelling
per promuovere la Regina dei rossi del Piemonte
In occasione
dell’evento conclusivo dei ‘Giovedì Vintage’, che si è svolto ieri ad Asti nel
cortile del Palazzo del Michelerio, il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del
Monferrato ha presentato la Carta delle Annate della Barbera d’Asti, la prima mai realizzata prima d’ora e che
racchiude tutte le annate dal 1970 al
2017, dalla doc alla docg. Un modo nuovo, concreto e sintetico per sottolineare
il carattere intrinseco della più grande produzione piemontese: il suo essere
vino fruttato in tutta la sua freschezza e il suo serbare caratteristiche
innate d’invecchiamento.
La creazione della
Carta, nata da un’idea del Consorzio e realizzata dalla Studio Montaldo, è una
nuova tessera del mosaico di promozione della Regina dei rossi del Piemonte. Creata
per ripercorrere i 47 anni trascorsi, confrontandone gli aspetti produttivi e
le principali tappe, la Carta parte dal 1970, anno del riconoscimento della Doc.
Quella che segue è una sintesi giovane e didascalica della lunga storia che la
Barbera d’Asti ha da raccontare. Un passato glorioso e che, con il suo
presente, ha ancora tanto da dire e da dimostrare attraverso le sue annate
storiche, sempre più apprezzate nelle recenti ‘verticali’ organizzate in alcune
delle principali fiere del settore enologico.
“La Barbera d’Asti ha la sua prima Carta - afferma il presidente del Consorzio Barbera
d’Asti e Vini del Monferrato, Filippo
Mobrici - un documento inedito, che
racchiude l’orgoglio di una delle produzioni vitivinicole più rappresentative
del Piemonte. La Barbera d’Asti è ormai adulta e ha intrapreso un percorso consolidato
di promozione. Questo è un nuovo passo e un ulteriore attestato di qualità e
longevità, espressione e orgoglio del mezzo secolo trascorso”.
“ISTRUZIONE
PER L’USO”
Colonna 1: La sequenza delle annate dal 1970 fino al
2017. Il periodo prescelto utilizza come annata di partenza il 1970, quando
la Barbera d’Asti ottenne la denominazione d’origine.
Colonna 2: La valutazione qualitativa. Il giudizio
qualitativo del singolo millesimo è tarato sulla scala tra 0 e 20 punti: una valutazione
più didascalica e più segmentata tra i vari millesimi.
Colonna 3: La prevalenza climatica. Segmentazione
delle annate suddivise in tre categorie dal punto di vista climatico,
utilizzando uno schema condiviso da molti osservatori:
·
la
prevalenza “equilibrata”, quando nell’annata si sono alternati in modo armonico
periodi e fenomeni climatici di caldo e di freddo;
·
la
prevalenza “fresca”, quando nell’annata hanno prevalso in modo significativo i
periodi e fenomeni climatici tendenzialmente freddi;
·
la
prevalenza “calda”, quando nell’annata hanno prevalso in modo significativo i
periodi e fenomeni climatici tendenzialmente caldi.
Colonna 4: La superficie vitata dell’anno. In
questo caso, a seconda della disponibilità dei dati, è stata usata la cosiddetta
superficie vitata iscritta all’Albo tra il 1970 e il 1988 e la superficie
vitata rivendicata o utilizzata per la produzione doc e docg tra il 1989 e il
2017.
Colonna 5: La produzione effettiva dell’anno. Per
questo è stata trasformata la produzione effettiva, solitamente in ettolitri,
in bottiglie da 0,75 litri.
Colonna 6: I fatti dal mondo. In corrispondenza di
ogni anno è stato indicato un evento mondiale che lo ha caratterizzato.
Colonna 7: I fatti dal mondo Barbera. Ogni anno un
evento che ha contraddistinto le dinamiche del mondo Barbera.
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