Il prototipo vince la prima edizione di ReWineD®, progetto
dell’azienda Josetta Saffirio di Monforte d’Albacon gli studenti dell’Istituto
Europeo di Design di Torino e Italia Bellissima per realizzare oggetti di
design con gli scarti della cantina vitivinicola
Si chiama “Eos” ed è una lampada creata con le doghe delle
botti di invecchiamento del Barolo. Oggi è solo un prototipo ma presto potrebbe
entrare in produzione. L’hanno pensata e realizzata Anna Bellezza e Giulia
Catalani, due studentesse del 2° anno del Corso di Product Design dell’Istituto
Europeo di Design di Torino (IED). Il progetto ha vinto la borsa di studio di ReWineD® (Recycled Wine Design), ideadella giovane vignaiola Sara Vezza,
titolare della Cantina Josetta Saffiriodi
Monforte d’Alba, che ha lanciato una sfida agli studenti dello IED: produrre oggetti
di design riciclando gli scarti della sua cantina vitivinicola. Così bottiglie
di vetro, tappi usati, vecchie botti, scatole di legno e di cartone, rotoli di
etichette hanno trovato una seconda vita con quattro progetti in gara: oltre
alla lampada Eos, “Wine Oak” un cavatappi e coltellino multiuso per vino creato
da Elena Bellacicco e Federica Ferrarese; “La vite è bella”, tagliere con legno
delle botti in disuso creato da Paolo Conte, Margherita Fruscoloni Morello e
Silvio Positano; e “Between the stripes”, un portaghiacchio con i tappi di
sughero firmato da Cecilia Clot e Lorenzo Puglisi.
A decidere quale era il progetto più bello e più funzionale è
stata chiamata una giuria femminile composta dalla giovane produttrice vitivinicola
Violante Gardini (azienda Prime
Donne Donatella Cinelli Colombini), l’architetto e giornalista Giovanna Crespi e l’architetto Maria Grazia Novo.La premiazione è
avvenuta in cantina a Monforte con una giornata di festa e di confronto,
moderata dalla giornalista Maria
Bianucci. Presente anche il sindaco di Monforte Livio Genesio.
«I ragazzi sono stati molti ricettivi – dice Sara Vezza - e hanno dimostrato che far
rivivere gli scarti di cantina e di produzione è possibile. Qui in cantina anche
gli avanzi sono molto preziosi perché sono pochi: l’idea di riciclarli e non
buttarli comunica al consumatore un’attenzione anche per i piccoli dettagli. Il
riciclo, poi, conclude un percorso di sostenibilità che la nostra azienda ha
iniziato nel 2004 con la svolta biologica».
Un lavoro lungo un anno scolastico con numerosi incontri con
gli studenti tra le vigne delle Langhe e nell’Istituto. Sono nate alleanze di
territorio ed è entrata in partnership Italia
Bellissima, network di architetti e artigiani italiani che lavorano nel
settore edilizia-decoro creato dall’architetto astigiano Andrea Capellino. «Mettiamo insieme tutte le antiche tecniche
artigianali italiane riproposte in versione moderna – spiega Capellino – e ci
interessa molto il tema del riciclo e della sostenibilità ambientale: il cosiddetto
design sistemico oggi è una necessità che nasce dall'eccesso di scarti di
produzione che contengono ancora un valore e una loro vita».
Gli studenti dello IED sono stati seguiti dal docente Giorgio Ceste e coordinati da Simone Peditto(coordinamento didattico
IED Design): «È un progetto che unisce tre concetti: artigianalità,
sostenibilità ambientale e sperimentazione. È un riavvicinamento al materiale,
alla realtà: in questo corso gli studenti si sono sporcati le mani e hanno
lavorato con materiali di scarto che arrivano dal ciclo di produzione
vitivinicolo. Prodotti di scarto che hanno così una seconda vita».
da sin: Sara Vezza. Anna Bellezza e Giulia Catalani |
Nessun commento:
Posta un commento