Nuove strategie e tante
novità, proposte dai giovani e da una nuova e moderna agricoltura, sono emerse
dal Forum Coldiretti dell'Economia Agroalimentare dell'Astigiano, tenutosi
al Centro Culturale Cittadino San Secondo di Asti. Come ogni anno nel corso del
Forum sono stati esposti da Luigi Franco, vice direttore e responsabile del
settore economico di Coldiretti Asti, i dati del Consuntivo dell'Annata Agraria
con l'individuazione dei punti di forza e di debolezza dell'agroalimentare
Il Forum di quest’anno è stato incentrato su tre
settori principali: la corilicoltura e il progetto Coldiretti – Novi; la
viticoltura e l'identità della Barbera d'Asti Docg; la zootecnia e le profonde
trasformazioni in atto.
“Abbiamo cercato di fare
sintesi – rileva Marco Reggio, presidente di Coldiretti Asti – di un
lungo percorso di sollecitazione della filiera agroalimentare dell'Astigiano,
tendente a dare il giusto valore alle produzioni agricole e alla
massimizzazione della sinergia fra territorio ed economia. E oggi abbiamo
percorso concretamente tre settori importanti della nostra agricoltura
arrivando a proporre soluzioni per un'affermazione definitiva delle nostre
nocciole che sono indiscutibilmente le migliori, ma che stentano ad avere il
giusto riconoscimento economico, per individuare una strategia che dia
un'identità ben precisa alla Barbera d'Asti Docg, per concretizzare un percorso
di affermazione dell'allevamento della razza bovina Piemontese”.
“Siamo molto
soddisfatti – ha dichiarato il direttore di Coldiretti Asti, Antonio Ciotta
-, abbiamo avuto presenze molto qualificate e anche il pubblico si è dimostrato
attento e interessato”.
In platea
numerosi sindaci, autorità e giovani agricoltori, con gli interventi del
presidente regionale Roberto Moncalvo, del professore Giovanni Peira,
docente dell'Università di Torino, del presidente del Consorzio della Barbera
d'Asti e dei vini del Monferrato Filippo Mobrici, del patron di “Novi” cavalier Flavio Repetto,
dell'assessore regionale all'Agricoltura Giorgio Ferrero.
“La
presenza del presidente Moncalvo – sottolinea Ciotta – è stata da stimolo per
tutti e pensiamo di aver individuato, anche con il suo importante contributo,
percorsi concreti da perseguire per dare il giusto valore alle produzioni
agricole. Fermo restando, come ha rilevato in questi giorni il nostro
presidente Reggio, che i nostri ragionamenti partano dall'incontrario, ossia
cerchiamo prima di capire quali sono le esigenze dei consumatori, per risalire
poi la filiera produttiva ed approdare a una strategia che adegui la produzione
primaria proprio a questi desiderata”. E oggi, come è giusto che sia,
Coldiretti guarda ai gusti dei millennials, intesi sia come consumatori che
come produttori.
Anche
per questi motivi, all’ingresso della sala, il forum è stato arricchito
dall'allestimento di un open space con l'esposizione delle “Barbera d'Asti dei
Millennials”, la nocciola “migliore” al mondo, i nebbioli del Monferrato e la
battuta al coltello di Igp Vitellone della Coscia preparata dalle
agrimacellerie. In un corner dedicato sono stati presentati i prodotti
innovativi di alcuni giovani imprenditori agricoli dell'Astigiano.
Al
termine del dibattito, le conclusioni del presidente regionale Roberto
Moncalvo, hanno fatto sintesi sull'intera manifestazione: “Avanti con
l'accordo con la Novi che sta garantendo un percorso serio di valorizzazione
della nostra nocciola; positive le proposte dei giovani per un adeguamento dei
parametri qualitativi della Barbera d'Asti Docg; chiediamo alle istituzioni di
sintonizzare le azioni politiche alle esigenze degli allevatori, sia per quanto
riguarda gli incentivi alla linea vacca vitello, sia per la valorizzazione
dell'Igp, imponendo alle mense pubbliche di inserire questa priorità nei loro
appalti”.
Dai “Barbera Mat”, ai
“Nocciola Boys” e fino ai “Cowboys”, la provincia di Asti si scopre ricca
di giovani e intraprendenti agricoltori che vogliono fortemente essere artefici
del proprio destino. E' quasi una rivelazione, quella vissuta ieri, venerdì 30
novembre, al “Centro Culturale Cittadino San Secondo” di Asti, da circa duecento
partecipanti al Forum Coldiretti dell'Economia Agroalimentare
dell'Astigiano. Se è intuibile come i cowboys siano gli allevatori, e i
nocciola boys i corilicoltori, più articolata la spiegazione sui “Barbera
Mat”.
La parola “Mat”,
dal dialetto piemontese, in italiano, può essere il diminutivo (o talvolta il
plurale) di “Matot”, ossia ragazzi, ma può anche avere un significato
più esteso di ragazzi “incoscienti”, coraggiosi, un po' matti, pazzerelli. E'
per questo che al Forum, almeno una ventina di giovani vignaioli con meno di 25
anni di età, hanno presentato la loro cantina, denominata “Cantina dei
Millennials”.
LA VERA IDENTITA'
DELLA BARBERA D'ASTI DOCG
La volontà dei “Barbera
Mat” è di portare alle istituzioni preposte alcune modifiche legislative
per adeguare la produzione di Barbera d'Asti Docg verso le loro esigenze
e quella dei loro coetanei consumatori. Il tutto suffragato dall'intervento del
professore Giovanni Peira, docente dell'Università di Torino, che ha
profilato il consumatore della generazioni “Y” e “Z”, giungendo alla
conclusione che si va sempre più verso un consumo consapevole del vino e che
quindi si cercano sempre più prodotti
cosiddetti “Premium”, di alta gamma. D'altra parte, ha dichiarato il
presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio, “se da un lato le aziende
vitivinicole di questi nostri giovani (ma anche molte altre nostre associate)
devono ricavare da una bottiglia di Barbera d'Asti Docg almeno fra 5,50 e 10
euro per avere un sano bilancio aziendale, ancora oggi nella grande
distribuzione si trovano bottiglie della stessa tipologia, e talvolta anche con
l'affinamento “Superiore”, a meno di 2 euro al litro e comunque mediamente
attorno ai 5 euro”.
Un problema di identità
per la Docg, se si pensa come nelle enoteche online la media di vendita
delle Barbera d'Asti Docg è di 15 euro, ha rilevato Coldiretti Asti con una
propria indagine su tredici siti e-commerce. A suffragare la fondatezza delle
esigenze dei “Barbera Mat” c'è anche la media di vendita della Barbera
d'Asti Docg nell'enoteca regionale di Nizza Monferrato che, applicando un
ricarico minimo, è oltre i 10 euro a bottiglia. In pratica i
produttori vorrebbero alzare
ulteriormente l'asticella della qualità, avendo individuato, così come
confermato nel suo intervento dal presidente del Consorzio di tutele della
Barbera d'Asti, Filippo Mobrici, un quantitativo elevato di prodotto
Docg in circolazione. “Ci sono almeno 7 milioni di bottiglie di Docg – ha
spiegato Luigi Franco, vice direttore di Coldiretti Asti, esponendo con
dati e grafici i dati dell'annata – che vengono riclassificate verso le
denominazioni di ricaduta”. Ecco quindi la necessità di intervenire con
opportune modifiche tecniche che i “Barbera Mat” individuano in una diversa
riclassificazione del vino e nelle opportune modifiche al disciplinare
produttivo della Docg. “Il problema – ha detto Mobrici – nasce quando è stata
istituita la Docg senza aumentare i parametri qualitativi”.
LA
NOCCIOLA MIGLIORE AL MONDO
Durante il
Forum è stata proiettata un'intervista del presidente nazionale delle Città
delle Nocciole, Rosario D'Acunto, rilasciata nel corso della Fiera Città
della Nocciola di Castellero, in cui faceva appello all'Europarlamentare del
territorio Alberto Cirio, affinché si intervenisse sulle massicce
importazioni dalla Turchia di nocciole di bassa qualità. Solo quest'anno le
importazioni di nocciole turche in Italia sono in aumento del 30%,
mentre in Europa, svela Coldiretti, sempre da inizio anno, sono già scattati
17 allarmi per le aflatossine delle nocciole arrivate dalla Turchia.
i relatori del dibattito sulla nocciola |
“La qualità della
Nocciola Piemonte Igp – ha detto Reggio – è di gran lunga superiore e i nostri
produttori sono impegnati sempre più nel mantenerne alto il livello. Ciò
nonostante, quando inizia il mercato della nocciola, inspiegabilmente si
prende come riferimento la nocciola turca con tutti i suoi problemi di
natura sanitaria”. Il dibattito è aperto, mentre dovrebbe invece essere
riconsiderato quello di chiedere una menzione Langhe nell'ambito dell'Igp
Piemonte. In questo senso, mentre D'Acunto auspica un ricompattamento verso la
semplice Igp Piemonte, il Sindaco di Nizza Monferrato, Simone Nosenzo,
ha evidenziato la totale contrarietà nel frammentare il territorio: se proprio
si deve aggiungere una zona all'Igp si faccia un'area più ampia aggiungendo la
parola Monferrato su tutto il territorio Unesco, anche perchè stiamo aspettando
che qualcuno ci spieghi la differenza fra la nocciola del Monferrato e quella
della Langa”.
Tesi e richieste
suffragate anche dal Cavalier Flavio Repetto, patron del gruppo
Novi-Elah-Dufour con cui Coldiretti ha stipulato un contratto di filiera che
solo nell'Astigiano assorbe il 10% delle nocciole. “Tutti parlano a
sproposito delle nocciole, ma sono pochi a fare i fatti, noi con Coldiretti
Asti da tre anni garantiamo un apporto concreto all'economia di questo
territorio. Non ci vogliono divisioni, io utilizzo solo nocciole del
Piemonte e in Piemonte sono tutte buone. Le nostre nocciole sono le
migliori e molti non si rendono conto del patrimonio che abbiamo in mano e,
anzi, cercano di svilirne le proprietà”. Repetto ha anche fatto un appello, per
altro prontamente raccolto dall'assessore regionale all'Agricoltura, Giorgio
Ferrero, affinché le istituzioni lavorino compatte a favore del settore
corilicolo piemontese, e non “facciano il gioco di certi furbetti” che si
insinuano lungo la filiera.
Uno dei fatti concreti,
verso l'alta qualità, è sicuramente il “Premio Novi”, assegnato
dall'azienda dolciaria novese alle partite migliori (di almeno 30 quintali)
consegnate dai corilicoltori dell'Astigiano. Nel corso del Forum, Flavio
Repetto e il Sindaco di Castellero Roberto Campia, hanno consegnato i
premi ai primi quattro classificati: Moreno
Nicola di Belveglio con una resa di 49,2 ha ritirato un assegno di 1.000 euro, Corrado Bizzano di Cessole e Giampiero
Maiocco di Scurzolengo entrambi con una resa di 49,4 hanno ha ritirato un
assegno ciascuno di 1.000 euro; Maurizio Porta di Montemagno (nella foto), è risultato il primo classifico
e, grazie a una resa di 49,5, ha ritirato un assegno di 1.500 euro.
LE SCOMMESSE DELLA
PIEMONTESE
Con Danilo Merlo,
delegato di Giovani Impresa Coldiretti di Asti e del Piemonte e l'assessore
regionale all'Agricoltura, Giorgio Ferrero, il presidente Reggio ha
affrontato il terzo focus del Forum 2018: la scommessa della “Piemontese”.
Ovviamente per piemontese si intende la pregiata razza bovina che sta vivendo
un periodo particolare. Da un lato il mercato premia gli allevatori,
dall'altro l'alta senilizzazione degli addetti, i vincoli imposti dai piani
regolatori comunali, le difficoltà nell'utilizzo delle nuove tecnologie e
l'abbondono dei territori, ostacolano la crescita del settore. In
particolare il forum si è concentrato su due aspetti, il primo l'assoluta
necessità di avviare una seria politica incentivante il ripristino degli
allevamenti con la linea vacca-vitello. “Siamo in presenza del paradosso – ha
detto Reggio – che il mercato cresce e gli allevamenti da ristallo hanno
difficoltà negli approvvigionamenti”. “Stiamo tentando il recupero delle zone
incolte dell'Astigiano – ha rilevato Danilo Merlo - ma la legislazione non
favorisce di certo l'allevamento semi brado di cui la nostra provincia è stata
pionieristica”. Il secondo aspetto emerso dal forum è stato quello di
sollecitare la concreta applicazione dell'Igp Vitellone Piemontese della
Coscia e di estendere a tutta la produzione piemontese l'alimentazione dei
bovini con produzioni locali. Quest'ultimo aspetto anche per contribuire al
rilancio del settore cerealicolo.
L'assessore Ferrero ha
garantito la messa a disposizione di tutti i mezzi in possesso della Regione
per raggiungere gli obbiettivi emersi nel corso del forum, sottolineando la
validità del percorso intrapreso già da anni dalla zootecnia dell'Astigiano
incentrata sulla qualità della Piemontese e sul semi brado. Obbiettivi che,
nonostante le difficoltà, non paiono poi così irraggiungibili se è vero che il
comparto, in questi ultimi anni, ha saputo ritrasformarsi e adattarsi alle
rinnovate esigenze dei consumatori, lanciando alla ribalta una cinquantina
fra agrimacellerie e le agrisalumerie. Non a caso in sala erano presenti
una serie di giovani titolari di agrimacellerie con una dimostrazione di carne
battuta al coltello (nella foto).
CONCLUSIONI DEL
PRESIDENTE MONCALVO
NOCCIOLA PIEMONTE IGP. “Fa scuola il lavoro fatto da
Coldiretti, qui ad Asti, con la Novi del Cavalier Repetto – ha detto il
presidente di Coldiretti Piemonte, Roberto Moncalvo – questa è la strada
giusta, perchè si valorizza, con il giusto prezzo, il lavoro fatto dai nostri
corilicoltori in termini di qualità e di sicurezza. Coldiretti non può
accettare che si firmino accordi legati a un prezzo turco, noi abbiamo delle
peculiarità tali per cui dobbiamo premiare chi, come Novi, sta percorrendo la
giusta strada di valorizzazione e anche lo sforzo dei nostri agricoltori per
una coltivazione, quella della nocciola, che sta assumendo grande importanza
non solo per l'Astigiano, ma per tutto il Piemonte”.
BARBERA D'ASTI DOCG. Sulle proposte dei “Barbera Mat”, il
presidente Moncalvo è stato molto esplicito: “Sono proposte molto concrete che
ancora una volta vanno sulla strada positiva che la storia dell'enologia ci
insegna: più investiamo sulla qualità, più investiamo sul legame che abbiamo
con il nostro territorio, più abbiamo la possibilità di conquistarci spazi di
mercato anche nei contesti internazionali. Con la Barbera è giusto ricuperare
alcuni errori fatti nel passato, tornando a reinvestire in modo chiaro su
questi concetti. E i giovani sicuramente potranno essere i primi protagonisti
di questi cambiamenti”.
IGP VITELLONE
PIEMONTESE DELLA COSCIA. “I giovani dell'Astigiano hanno sicuramente colto qual è l'essenza
dell'Igp. Dobbiamo promuoverla – ha detto Moncalvo – e, soprattutto, dobbiamo
avere la consapevolezza che il futuro di questa razza dipende dalla possibilità
di garantire il giusto numero di animali. Quindi occorre tornare ad investire
sulla linea vacca vitello: abbiamo bisogno di un Piano di Sviluppo Rurale
regionale che investa nuovamente in tal senso, a favore degli allevatori che
intraprendano questa strada che è molto difficile. E poi abbiamo anche bisogno
di creare le condizioni affinché l'allevamento semibrado, che è tradizione
storica nell'Astigiano, possa riprendere quota in modo chiaro, togliendo tutti
quegli elementi burocratici che bloccano questa attività”.
IL CIBO PIU' BUONO E
SICURO AL MONDO. “Esiste
il cibo più buono e sicuro del mondo –
ha concluso il presidente Moncalvo al Forum di Coldiretti Asti -, e questo cibo
è quello italiano. Lo dicono i numeri della sicurezza alimentare, della qualità,
della sostenibilità ambientale, del rispetto dei principi etici e dei
lavoratori. Tutto questo va perseguito e dobbiamo essere consapevoli della
nostra forza, figlia della capacità dei nostri agricoltori. I giovani sono
stati i primi ad aver colto tutto questo, non a caso l'Italia, oggi, è il paese
d'Europa con il numero più alto di giovani agricoltori alla guida di imprese
agricole e il Piemonte e l'Astigiano, ovviamente, non sono da meno”.
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