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domenica 2 dicembre 2018

Il futuro dell'agricoltura a misura di “Millennials" - Le nuove strategie emerse il 30 novembre dal Forum Coldiretti ad Asti


 
Nuove strategie e tante novità, proposte dai giovani e da una nuova e moderna agricoltura, sono emerse dal Forum Coldiretti dell'Economia Agroalimentare dell'Astigiano, tenutosi al Centro Culturale Cittadino San Secondo di Asti. Come ogni anno nel corso del Forum sono stati esposti da Luigi Franco, vice direttore e responsabile del settore economico di Coldiretti Asti, i dati del Consuntivo dell'Annata Agraria con l'individuazione dei punti di forza e di debolezza dell'agroalimentare
Il Forum di quest’anno è stato incentrato su tre settori principali: la corilicoltura e il progetto Coldiretti – Novi; la viticoltura e l'identità della Barbera d'Asti Docg; la zootecnia e le profonde trasformazioni in atto.
“Abbiamo cercato di fare sintesi – rileva Marco Reggio, presidente di Coldiretti Asti – di un lungo percorso di sollecitazione della filiera agroalimentare dell'Astigiano, tendente a dare il giusto valore alle produzioni agricole e alla massimizzazione della sinergia fra territorio ed economia. E oggi abbiamo percorso concretamente tre settori importanti della nostra agricoltura arrivando a proporre soluzioni per un'affermazione definitiva delle nostre nocciole che sono indiscutibilmente le migliori, ma che stentano ad avere il giusto riconoscimento economico, per individuare una strategia che dia un'identità ben precisa alla Barbera d'Asti Docg, per concretizzare un percorso di affermazione dell'allevamento della razza bovina Piemontese”.

“Siamo molto soddisfatti – ha dichiarato il direttore di Coldiretti Asti, Antonio Ciotta -, abbiamo avuto presenze molto qualificate e anche il pubblico si è dimostrato attento e interessato”.

In platea numerosi sindaci, autorità e giovani agricoltori, con gli interventi del presidente regionale Roberto Moncalvo, del professore Giovanni Peira, docente dell'Università di Torino, del presidente del Consorzio della Barbera d'Asti e dei vini del Monferrato Filippo Mobrici, del patron di “Novi” cavalier Flavio Repetto, dell'assessore regionale all'Agricoltura Giorgio Ferrero.

“La presenza del presidente Moncalvo – sottolinea Ciotta – è stata da stimolo per tutti e pensiamo di aver individuato, anche con il suo importante contributo, percorsi concreti da perseguire per dare il giusto valore alle produzioni agricole. Fermo restando, come ha rilevato in questi giorni il nostro presidente Reggio, che i nostri ragionamenti partano dall'incontrario, ossia cerchiamo prima di capire quali sono le esigenze dei consumatori, per risalire poi la filiera produttiva ed approdare a una strategia che adegui la produzione primaria proprio a questi desiderata”. E oggi, come è giusto che sia, Coldiretti guarda ai gusti dei millennials, intesi sia come consumatori che come produttori.
 
Anche per questi motivi, all’ingresso della sala, il forum è stato arricchito dall'allestimento di un open space con l'esposizione delle “Barbera d'Asti dei Millennials”, la nocciola “migliore” al mondo, i nebbioli del Monferrato e la battuta al coltello di Igp Vitellone della Coscia preparata dalle agrimacellerie. In un corner dedicato sono stati presentati i prodotti innovativi di alcuni giovani imprenditori agricoli dell'Astigiano.
Al termine del dibattito, le conclusioni del presidente regionale Roberto Moncalvo, hanno fatto sintesi sull'intera manifestazione: “Avanti con l'accordo con la Novi che sta garantendo un percorso serio di valorizzazione della nostra nocciola; positive le proposte dei giovani per un adeguamento dei parametri qualitativi della Barbera d'Asti Docg; chiediamo alle istituzioni di sintonizzare le azioni politiche alle esigenze degli allevatori, sia per quanto riguarda gli incentivi alla linea vacca vitello, sia per la valorizzazione dell'Igp, imponendo alle mense pubbliche di inserire questa priorità nei loro appalti”.
 
 
I MILLENNNIANS

Dai “Barbera Mat”, ai “Nocciola Boys” e fino ai “Cowboys”, la provincia di Asti si scopre ricca di giovani e intraprendenti agricoltori che vogliono fortemente essere artefici del proprio destino. E' quasi una rivelazione, quella vissuta ieri, venerdì 30 novembre, al “Centro Culturale Cittadino San Secondo” di Asti, da circa duecento partecipanti al Forum Coldiretti dell'Economia Agroalimentare dell'Astigiano. Se è intuibile come i cowboys siano gli allevatori, e i nocciola boys i corilicoltori, più articolata la spiegazione sui “Barbera Mat”.
La parola “Mat”, dal dialetto piemontese, in italiano, può essere il diminutivo (o talvolta il plurale) di “Matot”, ossia ragazzi, ma può anche avere un significato più esteso di ragazzi “incoscienti”, coraggiosi, un po' matti, pazzerelli. E' per questo che al Forum, almeno una ventina di giovani vignaioli con meno di 25 anni di età, hanno presentato la loro cantina, denominata “Cantina dei Millennials”.

 

LA VERA IDENTITA' DELLA BARBERA D'ASTI DOCG

La volontà dei “Barbera Mat” è di portare alle istituzioni preposte alcune modifiche legislative per adeguare la produzione di Barbera d'Asti Docg verso le loro esigenze e quella dei loro coetanei consumatori. Il tutto suffragato dall'intervento del professore Giovanni Peira, docente dell'Università di Torino, che ha profilato il consumatore della generazioni “Y” e “Z”, giungendo alla conclusione che si va sempre più verso un consumo consapevole del vino e che quindi si cercano sempre più  prodotti cosiddetti “Premium”, di alta gamma. D'altra parte, ha dichiarato il presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio, “se da un lato le aziende vitivinicole di questi nostri giovani (ma anche molte altre nostre associate) devono ricavare da una bottiglia di Barbera d'Asti Docg almeno fra 5,50 e 10 euro per avere un sano bilancio aziendale, ancora oggi nella grande distribuzione si trovano bottiglie della stessa tipologia, e talvolta anche con l'affinamento “Superiore”, a meno di 2 euro al litro e comunque mediamente attorno ai 5 euro”.

Un problema di identità per la Docg, se si pensa come nelle enoteche online la media di vendita delle Barbera d'Asti Docg è di 15 euro, ha rilevato Coldiretti Asti con una propria indagine su tredici siti e-commerce. A suffragare la fondatezza delle esigenze dei “Barbera Mat” c'è anche la media di vendita della Barbera d'Asti Docg nell'enoteca regionale di Nizza Monferrato che, applicando un ricarico minimo, è oltre i 10 euro a bottiglia. In pratica i produttori  vorrebbero alzare ulteriormente l'asticella della qualità, avendo individuato, così come confermato nel suo intervento dal presidente del Consorzio di tutele della Barbera d'Asti, Filippo Mobrici, un quantitativo elevato di prodotto Docg in circolazione. “Ci sono almeno 7 milioni di bottiglie di Docg – ha spiegato Luigi Franco, vice direttore di Coldiretti Asti, esponendo con dati e grafici i dati dell'annata – che vengono riclassificate verso le denominazioni di ricaduta”. Ecco quindi la necessità di intervenire con opportune modifiche tecniche che i “Barbera Mat” individuano in una diversa riclassificazione del vino e nelle opportune modifiche al disciplinare produttivo della Docg. “Il problema – ha detto Mobrici – nasce quando è stata istituita la Docg senza aumentare i parametri qualitativi”.

LA NOCCIOLA MIGLIORE AL MONDO

Durante il Forum è stata proiettata un'intervista del presidente nazionale delle Città delle Nocciole, Rosario D'Acunto, rilasciata nel corso della Fiera Città della Nocciola di Castellero, in cui faceva appello all'Europarlamentare del territorio Alberto Cirio, affinché si intervenisse sulle massicce importazioni dalla Turchia di nocciole di bassa qualità. Solo quest'anno le importazioni di nocciole turche in Italia sono in aumento del 30%, mentre in Europa, svela Coldiretti, sempre da inizio anno, sono già scattati 17 allarmi per le aflatossine delle nocciole arrivate dalla Turchia.

 i relatori del dibattito sulla nocciola
“La qualità della Nocciola Piemonte Igp – ha detto Reggio – è di gran lunga superiore e i nostri produttori sono impegnati sempre più nel mantenerne alto il livello. Ciò nonostante, quando inizia il mercato della nocciola, inspiegabilmente si prende come riferimento la nocciola turca con tutti i suoi problemi di natura sanitaria”. Il dibattito è aperto, mentre dovrebbe invece essere riconsiderato quello di chiedere una menzione Langhe nell'ambito dell'Igp Piemonte. In questo senso, mentre D'Acunto auspica un ricompattamento verso la semplice Igp Piemonte, il Sindaco di Nizza Monferrato, Simone Nosenzo, ha evidenziato la totale contrarietà nel frammentare il territorio: se proprio si deve aggiungere una zona all'Igp si faccia un'area più ampia aggiungendo la parola Monferrato su tutto il territorio Unesco, anche perchè stiamo aspettando che qualcuno ci spieghi la differenza fra la nocciola del Monferrato e quella della Langa”.

Tesi e richieste suffragate anche dal Cavalier Flavio Repetto, patron del gruppo Novi-Elah-Dufour con cui Coldiretti ha stipulato un contratto di filiera che solo nell'Astigiano assorbe il 10% delle nocciole. “Tutti parlano a sproposito delle nocciole, ma sono pochi a fare i fatti, noi con Coldiretti Asti da tre anni garantiamo un apporto concreto all'economia di questo territorio. Non ci vogliono divisioni, io utilizzo solo nocciole del Piemonte e in Piemonte sono tutte buone. Le nostre nocciole sono le migliori e molti non si rendono conto del patrimonio che abbiamo in mano e, anzi, cercano di svilirne le proprietà”. Repetto ha anche fatto un appello, per altro prontamente raccolto dall'assessore regionale all'Agricoltura, Giorgio Ferrero, affinché le istituzioni lavorino compatte a favore del settore corilicolo piemontese, e non “facciano il gioco di certi furbetti” che si insinuano lungo la filiera.

Uno dei fatti concreti, verso l'alta qualità, è sicuramente il “Premio Novi”, assegnato dall'azienda dolciaria novese alle partite migliori (di almeno 30 quintali) consegnate dai corilicoltori dell'Astigiano. Nel corso del Forum, Flavio Repetto e il Sindaco di Castellero Roberto Campia, hanno consegnato i premi ai primi quattro classificati: Moreno Nicola di Belveglio con una resa di 49,2 ha ritirato un assegno di 1.000 euro, Corrado Bizzano di Cessole e Giampiero Maiocco di Scurzolengo entrambi con una resa di 49,4 hanno ha ritirato un assegno ciascuno di 1.000 euro; Maurizio Porta di Montemagno (nella foto), è risultato il primo classifico e, grazie a una resa di 49,5, ha ritirato un assegno di 1.500 euro.

LE SCOMMESSE DELLA PIEMONTESE

Con Danilo Merlo, delegato di Giovani Impresa Coldiretti di Asti e del Piemonte e l'assessore regionale all'Agricoltura, Giorgio Ferrero, il presidente Reggio ha affrontato il terzo focus del Forum 2018: la scommessa della “Piemontese”. Ovviamente per piemontese si intende la pregiata razza bovina che sta vivendo un periodo particolare. Da un lato il mercato premia gli allevatori, dall'altro l'alta senilizzazione degli addetti, i vincoli imposti dai piani regolatori comunali, le difficoltà nell'utilizzo delle nuove tecnologie e l'abbondono dei territori, ostacolano la crescita del settore. In particolare il forum si è concentrato su due aspetti, il primo l'assoluta necessità di avviare una seria politica incentivante il ripristino degli allevamenti con la linea vacca-vitello. “Siamo in presenza del paradosso – ha detto Reggio – che il mercato cresce e gli allevamenti da ristallo hanno difficoltà negli approvvigionamenti”. “Stiamo tentando il recupero delle zone incolte dell'Astigiano – ha rilevato Danilo Merlo - ma la legislazione non favorisce di certo l'allevamento semi brado di cui la nostra provincia è stata pionieristica”. Il secondo aspetto emerso dal forum è stato quello di sollecitare la concreta applicazione dell'Igp Vitellone Piemontese della Coscia e di estendere a tutta la produzione piemontese l'alimentazione dei bovini con produzioni locali. Quest'ultimo aspetto anche per contribuire al rilancio del settore cerealicolo.

L'assessore Ferrero ha garantito la messa a disposizione di tutti i mezzi in possesso della Regione per raggiungere gli obbiettivi emersi nel corso del forum, sottolineando la validità del percorso intrapreso già da anni dalla zootecnia dell'Astigiano incentrata sulla qualità della Piemontese e sul semi brado. Obbiettivi che, nonostante le difficoltà, non paiono poi così irraggiungibili se è vero che il comparto, in questi ultimi anni, ha saputo ritrasformarsi e adattarsi alle rinnovate esigenze dei consumatori, lanciando alla ribalta una cinquantina fra agrimacellerie e le agrisalumerie. Non a caso in sala erano presenti una serie di giovani titolari di agrimacellerie con una dimostrazione di carne battuta al coltello (nella foto).

CONCLUSIONI DEL PRESIDENTE MONCALVO

NOCCIOLA PIEMONTE IGP. “Fa scuola il lavoro fatto da Coldiretti, qui ad Asti, con la Novi del Cavalier Repetto – ha detto il presidente di Coldiretti Piemonte, Roberto Moncalvo – questa è la strada giusta, perchè si valorizza, con il giusto prezzo, il lavoro fatto dai nostri corilicoltori in termini di qualità e di sicurezza. Coldiretti non può accettare che si firmino accordi legati a un prezzo turco, noi abbiamo delle peculiarità tali per cui dobbiamo premiare chi, come Novi, sta percorrendo la giusta strada di valorizzazione e anche lo sforzo dei nostri agricoltori per una coltivazione, quella della nocciola, che sta assumendo grande importanza non solo per l'Astigiano, ma per tutto il Piemonte”.

BARBERA D'ASTI DOCG. Sulle proposte dei “Barbera Mat”, il presidente Moncalvo è stato molto esplicito: “Sono proposte molto concrete che ancora una volta vanno sulla strada positiva che la storia dell'enologia ci insegna: più investiamo sulla qualità, più investiamo sul legame che abbiamo con il nostro territorio, più abbiamo la possibilità di conquistarci spazi di mercato anche nei contesti internazionali. Con la Barbera è giusto ricuperare alcuni errori fatti nel passato, tornando a reinvestire in modo chiaro su questi concetti. E i giovani sicuramente potranno essere i primi protagonisti di questi cambiamenti”.

IGP VITELLONE PIEMONTESE DELLA COSCIA. “I giovani dell'Astigiano hanno sicuramente colto qual è l'essenza dell'Igp. Dobbiamo promuoverla – ha detto Moncalvo – e, soprattutto, dobbiamo avere la consapevolezza che il futuro di questa razza dipende dalla possibilità di garantire il giusto numero di animali. Quindi occorre tornare ad investire sulla linea vacca vitello: abbiamo bisogno di un Piano di Sviluppo Rurale regionale che investa nuovamente in tal senso, a favore degli allevatori che intraprendano questa strada che è molto difficile. E poi abbiamo anche bisogno di creare le condizioni affinché l'allevamento semibrado, che è tradizione storica nell'Astigiano, possa riprendere quota in modo chiaro, togliendo tutti quegli elementi burocratici che bloccano questa attività”.
 

IL CIBO PIU' BUONO E SICURO AL MONDO. “Esiste il cibo più buono e sicuro del  mondo – ha concluso il presidente Moncalvo al Forum di Coldiretti Asti -, e questo cibo è quello italiano. Lo dicono i numeri della sicurezza alimentare, della qualità, della sostenibilità ambientale, del rispetto dei principi etici e dei lavoratori. Tutto questo va perseguito e dobbiamo essere consapevoli della nostra forza, figlia della capacità dei nostri agricoltori. I giovani sono stati i primi ad aver colto tutto questo, non a caso l'Italia, oggi, è il paese d'Europa con il numero più alto di giovani agricoltori alla guida di imprese agricole e il Piemonte e l'Astigiano, ovviamente, non sono da meno”.

 
 

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