Sulle ali del Martin Pescatore, icona di Marolo,
la distilleria di Alba festeggia quattro decadi di attività tra passato
presente e futuro della grappa
Venerdì
23 giugno, Marolo festeggerà 40 anni di attività. Quattro decadi in cui la
distilleria di Alba ha saputo distinguersi per l’alta qualità delle grappe
prodotte dalle straordinarie uve delle colline Patrimonio Mondiale dell’Umanità
e delle migliori zone vitivinicole d’Italia. Marolo celebrerà le sinergie, le
amicizie e i legami instaurati in tanti anni di lavoro a stretto contatto con
le istituzioni, il territorio e i produttori di vino locali, di cui ha sempre
distillato lo spirito più autentico.
Una
storia, quella di Marolo, nata nel 1972 sui banchi della Scuola Enologica,
quando Paolo Marolo, il fondatore, cominciò ad insegnare Erboristica e
Liquoreria recuperando la lezione di Pinot Gallizio. Nel 1977 nacque la
distilleria Santa Teresa e, da allora, il suo alambicco a bagnomaria – tecnica
di distillazione ancestrale, artigianale e delicata – non ha mai smesso di
funzionare.
Paolo
Marolo fu uno dei primi distillatori a capire l’importanza della Grappa di
Barolo lasciata affinare per anni in fusti; a sperimentare legni e invecchiamenti;
a credere, sopra ogni cosa, nel valore delle grappe «monovigna», ovvero grappe
ottenute da singole parcelle ubicate all’interno dei più prestigiosi cru delle
Langhe e del Roero.
Una
tradizione artigianale e di nicchia che ancora oggi distingue la produzione di
Marolo ed è portata avanti dal figlio di Paolo, Lorenzo, entrato in azienda nel
2014, oggi più che mai impegnato nella valorizzazione delle grappe autoctone
del Piemonte, in particolare quella di Barolo, fresca del riconoscimento
europeo di Indicazione Geografica.
Sotto
le insegne del Martin Pescatore, etichetta creata dall’artista Gianni
Gallo e diventata simbolo della distilleria, i festeggiamenti si svolgeranno in
due momenti distinti.
Il
primo evento, alla scuola Enologica di Alba, sarà destinato agli esperti del
settore e vedrà la presentazione, in anteprima, di un nuovo prodotto a firma
Marolo. Si tratta della Grappa di Barolo invecchiata 10 anni in single cask
da Barolo Chinato. Un’edizione limitatissima, da collezione, finemente
imbottigliata, un vero inno alla grappa 100% piemontese, frutto di un lungo
lavoro di ricerca e valorizzazione.
«Perché affinare la grappa di Barolo in fusti di
distillati stranieri come cherry o whiskey quando abbiamo la tradizione e il
know how per radicare questa grappa territorialmente?», racconta Lorenzo
Marolo. «È questa la domanda che ci ha spinti a sperimentare importanti
invecchiamenti in botti di Barolo Chinato, vino fortificato che noi stessi
produciamo. Le grappe ottenute, in un numero limitato di sole duemila
bottiglie, sono un inno alla piemontesità della Grappa di Barolo che proprio in
questi mesi festeggia il riconoscimento dell’Indicazione Geografica. Una
produzione esclusiva, iperselezionata, per chi vuole conoscere una Grappa di
Barolo 100% autoctona».
Alla
presentazione della nuova grappa, seguirà una verticale di Grappe di Barolo
invecchiate 27 anni, da vinacce di diversi millesimi: il 1983, il 1987 e il
1989. La degustazione tecnica sarà a cura di Luigi Odello,
presidente del Centro Studi Assaggiatori di Brescia, uno dei più importanti
centri di analisi sensoriale e organolettica d’Italia.
La festa proseguirà nei locali della distilleria
di Marolo,
in Corso Canale, dove gli invitati potranno scoprire i metodi artigianali e le
esclusive lavorazioni attraverso cui Paolo Marolo e suo figlio Lorenzo danno
vita ai loro prodotti.
la famiglia Marolo |
IL FUTURO DELLA GRAPPA
I
40 anni della distilleria Marolo segnano il lancio di un ambizioso e innovativo
progetto. Quello di portare la grappa di Barolo direttamente sul territorio di
produzione, attraverso il coinvolgimento del turismo enogastronomico. Marolo
svelerà in anteprima i piani e i rendering della prima struttura d’accoglienza
dedicata alla Grappa di Barolo e all’invecchiamento dei suoi cru. Un resort
progettato dallo studio d’architettura De Abate, celebre per i suoi visionari
interventi sul territorio delle Langhe, nel pieno rispetto del paesaggio.
Il
boutique hotel, che sorgerà nel centro storico di Barolo e i cui lavori inizieranno
a fine anno, vedrà la realizzazione di una piazza interna al paese dove sorgerà
una particolare struttura di cristallo. Dalla forma poligonale e sinuosa, sarà
costituita di tanti elementi quante sono le Menzioni Geografiche Aggiuntive del
Barolo, i cui nomi verranno ivi incisi: un tributo alle colline Patrimonio
Mondiale dell’Umanità e ai cru del Re dei vini. Questo suggestivo elemento
architettonico valorizzerà la sotterranea cantina di affinamento delle grappe,
dove gli ospiti scopriranno come lo spirito del Barolo si eleva sotto sfumature
complesse e sempre diverse.
«I festeggiamenti per i nostri 40 anni non
celebrano un punto di arrivo», precisa Lorenzo Marolo,
«piuttosto l’inizio di una nuova avventura in cui la grappa parlerà a 360 gradi
del proprio territorio, attraverso forme finora inedite. Legare la grappa alle
proprie radici è sempre stato l’obbiettivo di mio padre e, credo, sarà
l’operazione vincente per un futuro in cui le grappe saranno una nicchia
rivolta ad un pubblico sempre più esigente, che cercherà qualità e produzioni
legate in maniera univoca alla tradizione e alle zone d’origine».
L’AMARO ULRICH
Una
territorialità che Marolo rilancia anche nella produzione di liquori. Durante i
festeggiamenti sarà possibile degustare l’Amaro Ulrich, uno dei più tipici
amari di Torino, che, grazie ad un accordo con la Paladin Pharma, Marolo ha
riportato recentemente alla luce. L’Amaro Ulrich è un infuso di 19 erbe e fiori
ottenuto secondo la ricetta originale elaborata dal celebre botanico Domenico
Ulrich, fondatore, nel 1854, dell’omonima azienda. Riscoperto da Marolo,
l’Amaro Ulrich prosegue la lunga tradizione erboristica subalpina, valorizzando
i sapori e i profumi delle essenze autoctone come il genepì, la genziana e
l’anice.
Distilleria Santa Teresa
dei Fratelli Marolo s.r.l.
dei Fratelli Marolo s.r.l.
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