Una
guida dedicata agli enoturisti che vogliono mettere
al centro della loro
esperienza l’incontro diretto con il
vino, i luoghi, e le persone che lo
producono
Sono molte le guide
ai vini e altrettante le guide turistiche, ma quasi nessuna è una guida alle
cantine. In un settore dove vengono privilegiate le recensioni enologiche o
le informazioni generaliste, è una novità porre l’attenzione sul vino come
esperienza di persone e di luoghi, non come prodotto commerciale, considerando
l’utente finale un visitatore e non un consumatore.
Presentata ad Alba
il 9 ottobre scorso, nella Sala Convegni del Palazzo Banca d’Alba, la Guida
alle Cantine edita da Made in Piedmont (associazione che raccoglie
oltre 80 importanti cantine della Regione), tenta di raccontare il vino
attraverso l’accoglienza. Quella dei vitivinicoltori che, in Piemonte, sono
spesso gli stessi proprietari della cantina, tipicamente a conduzione
famigliare; e quella dei servizi messi a disposizione dell’enoturismo, dalle
semplici degustazioni alle passeggiate in vigna, dalla possibilità di dormire
tra i filari al ristorante allestito “tra le botti”, dalle cooking class alle
attività all’aria aperta: e-bike, equitazione, wine-trekking, picnic, yoga e
arte tra i filari.
ENOTURISMO, IL
FUTURO DELLA CANTINA
L’enoturismo
esperienziale, diretta conseguenza di un consumo “culturale” del vino, è ormai
un trend consolidato, che fa della cantina il centro di riferimento per
la promozione e la valorizzazione delle attività turistiche sul territorio, non
necessariamente legate all’enogastronomia. Un fenomeno che non vede crisi. A
livello globale, enoturismo e turismo gastronomico valgono (dati World Tourism
Organization), qualcosa come 77 miliardi di dollari, di cui 3,5 miliardi
vengono assorbiti dal nostro Paese, per un totale di 14 milioni di visitatori
in giro per le colline italiane. Il profilo dell’enoturista è quantomai
interessante:spende in media 85 euro al giorno, che salgono a 160 quando
pernotta. Nello specifico, una cantina dotata di accoglienza può fare tesoro
delle visite: gli enoturisti incidonoin media per il 26,9% sul fatturato e
costituiscono il più efficace canale di vendita diretta e fidelizzazione.
«La nostra Guida
alle Cantine, prima nel suo genere», spiega GianniGagliardo, produttore
e presidente dell’Associazione Made in Piedmont, «ha lo scopo di facilitare
il viaggio dei visitatori alla scoperta del Piemonte del vino, aiutandoli a
pianificare le tappe. Ogni produttore è unico: si distingue per carattere e
personalità. È questo che rendepeculiare il suo modo di fare il vino e di
offrirlo ai suoi ospiti».
DA PRODOTTO AD
ESPERIENZA
Pianificare il
viaggio, conoscere il territorio, scegliere le attività da fare in cantina,
incontrare il produttore vis-à-vis. La Guida alle Cantinedi Made
in Piedmont è progettata per essere uno strumento agile e pratico, utile,
pensato per i wine lover e per le loro esigenze. Una bussola che aiuta ad orientarsi
all’interno della sconfinata offerta di vini piemontesi, con un importante
cambio di ottica. Non si parte dai giudizi sulle etichette, ma dai territori.
Si parte, o meglio, si riparte, a raccontare il vino dai luoghi dove nascono,
maturano e vengono raccolte le sue uve, dalle mani e dalle migliaia di vite
che ogni giorno dedicano la loro passione e professionalità alla vite.
La Guida alle Cantine
di Made in Piedmont è un «benvenuto a braccia aperte sulla soglia delle
barricaie», continua il presidente Gagliardo, «l’attitudine tutta
piemontese a invitare gli ospiti a far parte, per un po’, della famiglia. È
questa accoglienza fatta di gesti particolari che cambia tutto: il vino non è
più lo stesso, da prodotto diventa meravigliosa esperienza».
LA GUIDA
La Guida alle Cantine dell’Associazione
Made in Piedmont verrà distribuita nei principali luoghi di interesse turistico
del Piemonte: Atl e uffici turistici, Enoteche Regionali, ristoranti e
alberghi, strutture ricettive. In più copie sarà sempre consultabile presso le
cantine aderenti al progetto.
Descrive i quattro
principali territori vitivinicoli del Piemonte: le Langhe, il Roero, il
Monferrato e le Terre del Gavi, ciascuno dei quali illustrato con mappe e
notizie di interesse turistico. Il viaggio si snoda su 31 comuni piemontesi
e 56 produttori, raccontati attraverso schede che “simulano” la visita
in cantina e contengono tutti i servizi offerti, fornendo per ciascuno il contatto
diretto alla prenotazione o alla richiesta di informazioni. Un sommario
intelligente, al fondo della guida, indicizza ciascuna struttura per nome,
territorio e Comune di appartenenza.
Accanto alla guida
cartacea, l’Associazione Made in Piedmont ha creato il relativo portale(guidaallecantine.com). Qui le mappe
diventano geolocalizzate e c’è la possibilità di gettare un “occhio sui vigneti”
grazie alle wine webcam installate sui meravigliosi paesaggi riconosciuti
Patrimonio dell’Umanità Unesco.
«La nostra Guida
alle Cantine non potrà che crescere per numeri e popolarità, includendo
sempre più cantine, territori e produttori: ci auguriamo che possa diventare
ilpunto di riferimento per l’enoturismo in Piemonte», conclude Gianni
Gagliardo.
LA GUIDA IN
NUMERI
2.000 guide stampate
56 cantine censite in 31 diversi comuni
4 territori narrati (Langhe, Roero, Monferrato,Gavi)
2 lingue (italiano e inglese)
1 portale – www.guidaallecantine.com
56 cantine censite in 31 diversi comuni
4 territori narrati (Langhe, Roero, Monferrato,Gavi)
2 lingue (italiano e inglese)
1 portale – www.guidaallecantine.com
L’ASSOCIAZIONE
MADE IN PIEDMONT
www.madeinpiedmont.eu
www.madeinpiedmont.eu
Nata nel 2010 dalla
sinergia di una cinquantina di cantine fondatrici, oggi Made in Piedmont
conta oltre 80 aziende associate in tutte le principali aree vitivinicole del
Piemonte: Langhe, Roero, Monferrato, Terre del Gavi e Alto Piemonte. Obbiettivi
dell’Associazione sono la promozione del territorio; la sua crescita armonica coordinata;
la valorizzazione del patrimonio collettivo rappresentato dai paesaggi, dalle
esperienze e dalla vita produttiva degli associati. Al centro dell’operato
dell’Associazione ci sono azioni volte al superamento dell’individualismo
aziendale a favore di una visione comunitaria delle colline del vino, oggi
riconosciute dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
un momento della presentazione ufficiale della nuova guida |
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